Matilde Piazzi |

About

Fotografa, artista e curatrice, Matilde Piazzi ha iniziato a lavorare nel mondo dell’arte contemporanea dieci anni fa dopo essersi laureata in storia dell’arte al DAMS di Bologna e essersi formata come fotografa tra il Central Saint Martins College di Londra, lo IED di Milano e Fondazione Fotografia Modena.
La sua pratica artistica è guidata da due urgenze: una è quella di trattare temi politici attraverso un lungo processo di ricerca storico-filosofica con un esito estetico post fotografico; l’altra è l’urgenza di raccontare una realtà trasfigurata; nel gioco immaginifico lo spazio si trasforma già in fase di ripresa, grazie all’uso di tecniche specifiche. L’uso di diversi media è per lei fondamentale al fine di dare a ogni lavoro la giusta luce, il linguaggio che chiede; fino ad oggi ha sperimentato con video, daguerrotipia, fotografia digitale e analogica, suono, odori. Le sue opere sono “Rinascimento” (2013), “Stars” (2014), “SHH!” (2015), “Les Ritals” (2016) “Teste Nere” (2016), “Still Life” (2021-in corso), “1 1 2 3 5 3 2” (2021), “Splendore” (2022).
Dal 2016 lavora anche come curatrice, realizzando mostre personali e collettive come freelance e per festival internazionali. Ha lavorato con artisti e collettivi come Forensic Architecture, Center for Spatial technologies, Inga Levi, Giovanni Troilo e collaborato con festival internazionali come DIG Festival di Giornalismo Investigativo di Modena e Gender Bender Festival di Bologna. Attualmente lavora come fotografa freelance specializzata in ritratti e fotografia di architettura e si occupa della documentazione e dei social dell’associazione Grabinski Point.


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